EricaS.
Chi vive una storia a distanza, attraversa stati d’animo mai provati.
Chi vive lontano da chi ama ha una forza dentro incredibile.
Ci sono momenti in cui ti senti serena, in cui ti “basta” sentirlo per non abbatterti. In questi momenti, ti senti positivo, sei tutto un “stringiamo i denti, siamo forti, queste sofferenze verranno ripagate (…)” e sorridete insieme, vi date altro coraggio e ricaricate le “pile”.
Poi, ci sono momenti in cui la solitudine ti si incolla addosso, insieme alla nostalgia, insieme alle lacrime.
Questi momenti arrivano all’improvviso, non parti dal concetto “è lontano, quindi mi manca, quindi sto male”.
No, alla base c’è una mancanza che puoi quasi toccare.
(…) Mi manca la mattina quando mi sveglio, perché quando è con me, magari è proprio dall’altra parte del letto, su di un fianco, a guardarmi, a sorridermi.
Mi manca nell’ora dei pasti, tra un “cuciniamo insieme”, “guarda come ho apparecchiato la tavola!”, tra i piatti lavati, le molliche a terra perché “non è colpa mia, quando il pane è fresco, fa casino”. Manca quando mi faccio il caffè, perché lui mi vizia con il cappuccino.
Mi manca mentre sorrido per un motivo ben preciso che però, devo spiegargli attraverso un telefono.
Mi manca quando ho gli occhi e le guance umide e quando magari evito di dirglielo perché so quanto male gli fa non potermele asciugare.
Mi manca quando alla sera, stringo l’altro cuscino e prendo sonno solo alle prime luci dell’alba.
Mi manca, manca, perché quando ami, quando ami forte e pensi che sia l’uomo della tua vita, l’unico posto in cui vorresti essere è proprio accanto al suo.
Non importa dove, con lui è sempre casa.
Non importa a cosa devo rinunciare, mollerei tutto.
Non importa il resto, perché insieme, si arriva dappertutto.
Ce la faremo perché ci amiamo e con questo, non c’è distanza che tenga.
──ericas.
Quella sera me la ricordo bene.
Quella sera mi guardavi con degli occhi diversi.
Avevi gli stessi occhi di un bambino che non riesce a tenere un segreto: scalpitanti, agitati, lucidi.
Avevi l’amore negli occhi.
Avevi l’amore nel cuore e non potevi dirmelo.
Io leggevo qualcosa di forte. Istintivamente, avevo abbassato lo sguardo.
Non ero pronta e tu lo sapevi. Sapevi che alla sola idea di pronunciare tanto amore, tremavo.
Tu sei sempre stato così, sei sempre arrivato prima di me. Hai sempre trovato il modo di tirar fuori le miglior sensazioni, i miglior sorrisi, le migliori parole. (…)
Quando senti qualcosa dentro, deve farla venir fuori in modo naturale, eppure tu, tu l’avevi bloccata per me.
E forse, ho iniziato ad amarti più forte lì, nel momento esatto in cui mi avevi dato la possibilità di scegliere, nel momento esatto in cui mi sentivo libera di riconoscerti in quelle emozioni mai provate. E non tremavo, non tremavo più.
──ericas.
Ho visto una coppia salutarsi sulla porta di casa.
Lui aveva appena caricato i bagagli in macchina e i ricordi di uno dei weekend appena trascorsi insieme.
Era mattina presto, la brina era poggiata sull’erba ben curata e i vetri della macchina erano appannati. Avevano fatto colazione insieme.
Era tempo di partire, lei era in pigiama sulla soglia di casa e potrei giurare di aver sentito lui dirle quant’era bella anche appena sveglia.
Era tutto pronto per il viaggio, tranne loro.
SI abbracciarono talmente forte da sembrare tutt’uno.
Dovevate vedere i loro occhi.
“Andrà tutto bene, torno presto, mi manchi già”, sembravano dirsi.
Con gli stessi occhi si guardarono a vicenda allontanarsi.
Lui fece il giro del giardino, uscì dal cancello e si mise su strada.
Si fermò di colpo. Scese, lasciando il motore acceso, lo sportello aperto e un sottofondo musicale, non curandosi di niente.
Lo fecero insieme, spinti dallo stesso desiderio, si corsero incontro come se quell’emozione in più potesse dare un spinta migliore all’umore.
Un abbraccio, un bacio, un carezza sul viso, sulla schiena e una mano tra i capelli, ancora una volta.
«E’ bello sembrare la spettatrice di questo nostro episodio d’amore, è bello raccontarsi da fuori. Ma siamo io e te questi due e siamo l’amore, l’amore forte.»
──ericas.