Eleonora
Non si vede nulla, non si sente nulla.
Superflui gli occhi e le labbra, in questo mondo tuo.
Per sentire te non valgono i sensi consueti,
che si usano con gli altri.
Bisogna attenderne di nuovi.
Si cammina al tuo fianco sordamente, al buio,
inciampando nei forse, nelle attese;
sprofondando verso l’alto con gran peso di ali.
Pedro Salinas, da “La Voce a Te Dovuta” e Magritte, “Les Amants”
Il passato è più facile da leggere:
uno si volta all’indietro e, potendo, dà un’occhiata.
E poi, sia come sia, esso rimane sempre impigliato
da qualche parte, magari a brandelli.
A volte bastano soltanto l’olfatto e le papille gustative,
è notorio: lo sappiamo da certi
romanzi, anche belli. Oppure un ricordo,
quale che sia: un oggetto visto nell’infanzia,
un bottone ritrovato in un cassetto, che so, una persona
che essendo un’altra te ne ricorda un’altra,
un vecchio biglietto del tram.
Antonio Tabucchi, da “Si sta facendo sempre più tardi”