“Sono solo alla fine di questo pontile, avvolto nel mio cappotto nero, unico ricordo rimastomi di un passato lontano, un passato che si perde nei meandri della mia memoria; contemplo il mare, il mare che è sempre stato parte integrante della mia vita. Ho sempre amato il mare, mi ha accompagnato fin dai tempi del nostro primo incontro, a due anni, su una spiaggia in Sardegna.
Sono solo a contemplare il mare alla fine di questa via lastricata di assi di legno, ognuna con una sua storia da raccontare, ognuna con una sua memoria. Il vento mi accarezza i capelli, ricci e lunghi, il suono delle onde culla i miei sogni, molti dei quali naufragati nella tempesta di una vita che, oramai, non mi appartiene più.
Amo contemplare il mare: nelle sue onde vedo il sorriso dell’unica donna che abbia mai veramente amato – mi verrebbe quasi da dire l’unica mia ragione di vita –; ed ecco i ricordi riaffiorare dall’ abisso della mia mente, riempire con quel vuoto famelico la mia anima lacerata. Vorrei immergermi ancora una volta in queste acque dove tutto mi parla di lei. Vorrei essere abbracciato da queste acque a me così care, queste acque che rispecchiavano il tuo sorriso, immergermi un’ ultima volta ancora, per ricordarti, per ricordare una vita vissuta, per ricordarmi che, nonostante tutto, sono ancora vivo. Dentro di me sento ancora scorrere la vita, sento le carezze della tua mano sfiorarmi il viso, sento il suono delle tue risa. Dentro di me; mentre fuori la mia vita è una tempesta e i tuoi occhi sono lampi che appaiono per un attimo, lasciando dentro la mia memoria un’immagine che svanisce.
Mi hai chiesto di fare ciò che ho fatto, mi hai fatto andare oltre ogni mio limite: nessuno sapeva della tua malattia, nessuno era con te nei momenti della tua sofferenza: nessuno, tranne me. E quando quel proiettile ha fermato il tuo cuore malato, tutto si è trasformato: il Vuoto ha pervaso tutto il mio Essere e la mia vita si è spenta in un soffio.
Mare, dolce mare, vorrei poter essere cullato dalle tue onde, chiudere gli occhi e riabbracciare colei che Amo.
Non ho mai capito che la felicità era starti accanto, immergermi nelle emozioni che la tua risata cristallina sapeva suscitare dentro di me, perdermi nel tuo sguardo e ritrovarmi nei tuoi occhi; tutto il resto era il nulla, il nulla che è diventato l’essenza del mio spirito, il nulla che è diventato il mio compagno di viaggio insieme alla notte che pervade la mia anima; un alito di vento, una eterea carezza a ricordarmi le tue dita che sfiorano il mio viso.
Notte, notte senza stelle; nessuna luce illumina più il mio cammino.
Sono solo alla fine di questo pontile; il volo di un gabbiano davanti ai miei occhi … una lacrima, unico contatto con la realtà, a ricordarmi quando, quel volo, significava qualcosa di diverso: le nuvole plumbee facevano da sfondo e lui, maestoso, si librava davanti ai miei occhi; era un acquarello di Dio ed io ero li a contemplare il Suo disegno.
Nella mia vita ho volato, sorvolando cime ai più precluse; ma ora le mie ali sono stanche, private di quell’energia vitale che il tuo Amore alimentava.
Guardo l’orizzonte e vedo la mia vita che si inabissa in un mare di ricordi; e il tuo sorriso fa da sfondo alle pagine di questo libro che racconta di una esistenza che talvolta non conosco, che non mi appartiene, perso come ero a inseguire le illusioni di cui è impregnato questa società, inseguendo sogni ingannevoli, mentre l’apparenza sembra essere diventata l’essenza di questo mondo dove non ha più nessuna importanza chi tu Sia.
La mia immaginazione vola su questo oceano e la mia mano cerca la tua per cominciare questo ultimo viaggio.”
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