animasemplice
animasemplice
Laureata in Filosofia e Counseling Filosofico
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.
Alda Merini
Respiravo profondamente l’aria della sera, si trascinava dietro un tiepido profumo di gerani, mi assalì il timore che tutto sarebbe rimasto identico e immutabile come quei vasi indifferenti, nulla era certo – mi dissi – ero stanca, quel difficile esercizio di equilibrio, in bilico tra l’infanzia, il presente e il futuro remoto, aveva incredibilmente moltiplicato il tempo; per la prima volta erano davvero esistiti istanti gemelli trascorsi a braccetto, lontani tra loro nel tempo; era stato un piccolo impossibile miracolo, mi colse una breve vertigine, in quella inviolata solitudine, fu come se l’universo dentro di me avesse fatto una capriola e adesso si fosse capovolto, messo a testa in giù, mi piaceva tanto.
Ecco – mi dissi – questo preciso attimo, è gioia. Il silenzio là fuori era così dolce che mi pareva di sentirne il canto; da qualche parte avevo letto che tutto è armonia se solo riusciamo a sentirla, così rimasi in ascolto ed ebbi cura di muovermi, senza spostarlo. Il Silenzio.
IL TERRAZZINO DEI GERANI TIMIDI* – A.Marchesini
Aspettai e aspettai. Me ne stavo seduto a guardare tutte le persone che andavano e venivano sulla piazza, sia la gente del luogo sia i visitatori. Pensai che il mondo è un bel posto. Di nuovo provai un sentimento di euforia legato a tutto quel che mi circondava. Perchè? Chi siamo noi che viviamo qui? Ogni singola persona in questa piazza era come un tesoro vivente, una cassa del tesoro piena di pensieri e di ricordi, sogni e nostalgie.
LA RAGAZZA DELLE ARANCE* J. Gaarder
Per me l’uso di questo nuovo pronome fu uno shock. “Noi” : era come se un cerchio si chiudesse. Era come se il mondo intero si fosse fuso in un’entità superiore.
Sempre più spesso usavamo il pronome “noi”. E’ una parola strana. Domani farò questo o quello, si dice. Oppure si chiede cosa l’altro, cioè “tu”, deve fare. Non è difficile da comprendere. Ma all’improvviso si dice “noi” e lo si fa con la più grande naturalezza “Andiamo in spiaggia sull’isola, con il battello?” oppure “restiamo a casa a studiare?” “ci è piaciuto lo spettacolo a teatro?” e poi un giorno “siamo felici!”
Quando usiamo il pronome “noi”, anche se sottointeso, accomuniamo due persone in una singola azione, quasi come se costituissero un’unica entità complessa. In molte lingue si usa un pronome specifico quando si tratta di due, e solo due, persone. Questo pronome si chiama duale, cioè quello che è diviso in due. Secondo me è una designazione utile, perchè a volte non si è nè uno nè tanti. Si è “noi due” e si è “noi due” come se questo “noi”non potesse essere diviso. Si esprimono regole uguali a quelle delle favole quando improvvisamente viene introdotto tale pronome, quasi come un colpo di bacchetta magica. “Adesso prepariamo la cena”, “adesso apriamo una bottiglia di vino”, “adesso andiamo a dormire” .
Non è quasi spudorato parlare in questo modo?
Di sicuro è diverso dal dire che adesso tu devi andare a casa, perchè io devo dormire.
Quando usiamo il duale si introducono dunque delle regole completamente nuove. “Facciamo questa passeggiata!” e’ così semplice, Georg, sono solo tre parole, e nonostante ciò descrivono un’azione così piena di significato che tocca nel profondo la vita di due persone su questa terra. E non è solo per il numero di parole che in questo contesto si può parlare di risparmio di energia. “Facciamo la doccia!” diceva Veronika. “Mangiamo!” “Andiamo a dormire!”. Non c’è bisogno che di una sola doccia quando si parla così. Non c’è bisogno che di una sola cucina e di un solo letto.
Per me l’uso di questo nuovo pronome fu uno shock. “Noi” : era come se un cerchio si chiudesse. Era come se il mondo intero si fosse fuso in un’entità superiore.
LA RAGAZZA DELLE ARANCE* J. Gaarder
E’ gioia il suono
che echeggia in tutto l’universo.
Potete udire quel suono
quando tutte le lotte appaiono
per quei malintesi che sono.
Allora ogni confusione,
e in realtà la condizione umana stessa
nei momenti migliori ed in quelli peggiori,
viene vista come la creazione illusoria
della coscienza dell’anima
alla ricerca dell’Unità
che già possiede.
**
Quando si giunge più vicino alla sorgente,
c’è un momento
che è difficile descrivere in qualsiasi linguaggio.
Colui che riceve diventa colui che dà
e il contenitore diventa la sorgente.
….e poi
la danza dell’eternità
inizia realmente.
IL LIBRO DI EMMANUEL* P. Rodegast-J. Stanton