Camminare a più non posso,
lungo il sentiero non sempre soleggiato e nebbioso.
Sradicare alberi al fine di oltrepassare i valichi interposti con indubbia cautela da colui che aveva preceduto il percorso.
Calpestare con veemente agonismo il manto erboso che il sapiente aveva seminato.
Bruciare con folle sentimento i residui lembi di terra che circondano l’umanità…
Ritrovarsi infine soli a godere di quanto poco è rimasto.
54tony
Lassù, sulla maestosa quercia dell’appariscente corteccia sugherosa, tanti fuscelli di soffice paglia, furono portati dal meticoloso passero.
Si scorge tra i rami, il nido per la quotidiana dimora, di colui che cinguettando, trascorre, osservando le sue interminabili giornate.
Ora noi, quaggiù sulla terra, ormai tutta asfaltata d’effimero benessere, corriamo come prede inseguite dal tenebroso, misterioso, e affascinante tempo, riflettendoci tuttavia su immaggini…
Bambini insanguinati ed abbandonati da sospetta mano materna
Uomini di solerte impegno avventuriero trucidati da apparenti nobili benpensanti.
Uomini in preda ad odio verso uomini soccombenti scelti per distruggere il loro odiato prossimo, che oltre i confini della giusta dimora spara ed uccide.
Altri interessi accolgono il nostro interesse ogni qualvolta.
Fermarsi tuttavia, attendere il silenzio ed immaginare di incontrare per caso gli occhi teneri di un bimbo, attendere il sorriso di una giovane donna, aiutare nel cammino un’anziana signora, scrutare un campo di grano ed incoraggiare la mano forte di un contadino.
Con coraggio nel buio della notte il sonno non ci farà più paura ed addormentarsi sarà sempre più facile, nell’attesa del mattino, quando il passero dalla maestosa qurcia ci sveglierà con il suo cinguettio.
Guardare, osservare, non si capisce però, come sarà possibile accudire, quel ramo cadente lungo il tronco di un albero, appresso al quale, altri grandi ramoscelli si intrecciano, secondo uno schema, che la natura con cura ed ovvia ragione ha creato, lungo i viali dell’immenso bosco.
Un fievole lumicino lanciato da due incuranti e inosservanti dita, si appoggia mestamente a terra, nascondendosi quasi dietro le innumerevoli foglie ed arbusti seccati dalla irriguardosa temperatura.
Da li a poco, l’atezza della fiamma sembra aumentare, ma osservando meglio si allarga anche, quasi a prendere sembianze raffiguranti i luoghi del male meglio descritti e con particolare cura dal Sommo Poeta.
Dall’alto grandi scrosci d’acqua, lanciati da rumorosi apparecchi si intrecciano e si disperdono appoggiandosi per ultimo lungo la scia di fuoco.
Non sembra possibile tuttavia, domare il grande bagliore rosso ormai troppo evidente per soccombere. La scia incurante continua a correre lasciando dietro di se solo fumo nero.
Dopo un lungo percorso, alla fine del bosco, i grandi apparecchi rumorosi, lanciano l’ultimo scroscio d’acqua spegnendo quel lumicino rimasto sull’ultimo ramoscello in vita.
Avanti si intravvede la città, dalle comode auto, dai garndi palazzi e dalle luminose vetrine.
Dietro ahimè, non si osserva quasi più nulla… solo una grande nube nera.