Oh uccellino in gabbia che canti
per amor o sol per rabbia. Non
puoi consolare i miei tormenti,
che come te prigioniera di
ugual destino non riesco a cantare,
il mio dovere è nel silenzio soffrire.
Questa maschera che porto serve
a dar parvenza d’allegria per la
serenità di chi mi sta vicino.
Ho perso anche il nome, mi perdo
nel vuoto di una eterna notte, triste
è il tuo canto per la tua identità perduta,
saltelli nell’angusta gabbia volgendo il
pensiero a quella libertà mai conosciuta.
Così il mio sguardo, cerca ancora la fiamma
che scalda, che nutre, che rischiara.
Vivi…. nulla è perduto anche se è troppo
tardi per cambiare!!
(Mirella Narducci)