Una sensazione viscerale, voglio il mondo tra le mani, il mondo, sotto i miei piedi, un traguardo primario come la ricerca dell’acqua, quando cammini per giorni nel deserto.
Il mondo, nelle mie mani, nella mia musica, nelle mie parole, il mondo che ha sempre girato le spalle, che ha sempre cercato di farti male, capovolgere la sua esistenza e disegnarlo, a mio piacimento…
Il potere dell’essere, il potere del poterlo fare, senza problemi, senza difficoltà, la lotta, per arrivare a quel trono che tutti cercano e che tutti venerano, non si sa come sia fatto, ma a me, non fa paura, lo inseguo, voglio raggiungerlo, con il sangue sulla pelle e lo sporco sul viso…
Il trono… per governare questa roccia che gira, intorno alla sua stella.
Le parole come missili e la musica come lance, perchè qui, lo sai, è tutto sbagliato, e non esiste nessuno in grado di poterlo sistemare, puoi morire domani sul cemento di una strada, e nessuno ti aiuterebbe, puoi morire di fame, nessuno ti sfamerebbe, puoi piangere e soffrire, ma nessuno, ti ascolterebbe.
Le persone, vanno risvegliate, come quando disegni un quadro, e capisci, che non potrà mai emozionare, un brano cancellato o una poesie distrutta, va rigenerata e ricostruita, da zero, per riempire quella tela con qualcosa che ha un senso, quella musica con un qualcosa che dia emozioni, con quella poesia, che sa abbracciare ogni cuore, ed asciugare ogni lacrima.
Essere, fonte di potere, per ricostruire un pianeta stupido, in via d’estinzione, illuminare quel trono meraviglioso, e fino a quando io non sarò morto…
Nessuno potrà toccarlo!
(Ejay Ivan Lac)