Dal dolore nascono le poesie più belle, e non c’è amarezza più grande di quella che spegne ogni speranza. Gli angeli in silenzio, cinti da sussurrate preghiere, da pianti rassegnati ti hanno rapito. Nel tragico letto hanno lasciato un corpo devastato, consumato da un’ agonia feroce. Quel sorriso che tante volte ho spiato non c’è più, amaro ricordo e rabbia per una sofferenza ingiusta che hai portato nel tuo corpo fino all’ultimo giorno. Quante domande, quanti rimpianti, il tuo patire è rimasto nelle mie notti insonni a risvegliare il dolore, a ricordare il passato vivo nella tua preghiera, nel mio nome che ultimo dal tuo labbro volò verso il cielo. Perdono! Non ho carpito l’attimo del tuo addio quando ti vegliavo avevo paura del momento terribile che mi coglieva inerme di nessun aiuto. Con la testa nella sabbia, il mio cuore s’è frantumato quel 25 Maggio 1991. E’ la ferita di Prometeo che si chiude e si riapre all’infinito!
(Mirella Narducci)