Ero rinchiuso nella cameretta
per scrivere il fatidico sonetto.
L’idee dalla mente fuggivan infretta,
e non scrivevo neanche un pezzetto.
Vedendo il mio cane mangiar l’erbetta,
mi sentivo sol come un senzatetto.
A me mia madre gridò:”molletta!”
dov è? oh mio caro figlioletto?
Scrivendo tanti fogli e foglietti
trascorsi il pomeriggio invano.
Le mie idee erano terminate,
non venivano rime alternate,
cosi imitando il compagno Sterpetti
presi la moto mia e fuggii lontano.