Amo la solitudine che da tutti m’allontana e fa di me casta vestale. Nella mia fragilità…c’è la mia forza,nel silenzio…il mio abbandono, negli occhi…la mia voce, nello scoramento…la fatalità dell’essere. Passano i tempi gli ideali restano intatti, tutto si deforma e cambia. Come vascello percosso e sospinto lo spirito indomito attraversa l’infinito, cerca con selvaggia tenacia un sito ove crescere il proprio credo e dividerlo con l’umana gente. Quante parole ho ascoltato, differenti gli idiomi ma unico il dolore, il pianto hanno con la loro forza rivelato la fragilità dell’anima e del corpo. C’è un isola che avanza e si propone, è un esilio dove si spegne la rabbia, l’ira, l’astio è l’eremo della fede dove l’amore ci sommerge nella pace del cuore.
(Mirella Narducci / De Matthaeis)