Il dolore è reale, ma la sofferenza emerge solo quando ti opponi al dolore ed è il risultato della tua opposizione al dolore, alla realtà che ostacola i tuoi desideri.
Il dolore, per l’essere reale, non è intollerabile, perché ha un senso comprensibile che lo placa.
Ciò che risulta insopportabile e’ avere il corpo qui e la mente nel passato o nel futuro,
è il desiderio di distorcere la realtà che è inamovibile. Questo sì che è intollerabile,
perché è una lotta inutile, come è inutile il suo risultato: la sofferenza.
Non è possibile lottare per ciò che non esiste, non si deve cercare la felicità dove non c’e’, ne’ prendere per vita ciò che vita non è.
Bisogna svegliarsi! Non appena ci svegliamo… paf! …finisce la sofferenza.
(Anthony De Mello – Ti voglio libero come il vento)
COMMENTO
Se fossimo contenti di ciò che siamo ed abbiamo saremmo felici. Se invece cominciamo a dire che la nostra situazione “non va bene” o che la realtà “non va bene” ecco che comincia l’insoddisfazione…..si crea una tensione tra il desiderio che abbiamo creato e il realizzarlo. Possiamo anche riuscire a soddisfare il desiderio e raggiungere un certo livello di felicità, ma questo avverrà solo se lo raggiungeremo. Fino ad un secondo prima saremo ansiosi, angosciati, impauriti, adirati, per tutti gli ostacoli che si frappongono o paiono frapporsi tra noi ed il desiderio che abbiamo.
Ad uno sguardo superficiale ci parrà che il raggiungimento del nostro desiderio, del nostro risultato, sia la ragione della nostra felicità, ma non è vero.
La felicità è data dalla caduta di tensione che il raggiungimento provoca. Se abbiamo riportato un’ importante vittoria, la pace non è dovuta alla vittoria, ma al fatto di non aver più la tensione di agguantarla. Certo, nei primi momenti vi sarà l’euforia, quella legata sì al raggiungimento, ma successivamente, passato un po’ di tempo, lo stato di contentezza sarà solo dovuto alla (temporanea) mancanza di desiderio. Ma una mente ed un cuore irrequieto, dopo poco tempo comincerà a cercare un nuovo obiettivo per cui soffrire e lottare, per cui avere ansia e rabbia e ricomincerà la sofferenza per raggiungere il nuovo obiettivo.
Questo modo di procedere è come vivere in tossico dipendenza, senza mai vera pace ed equilibrio. Se non si esce da questa ruota del criceto non si raggiunge mai la felicità, che, lungi dall’essere dovuta a ciò che abbiamo e siamo, dipende solo dalla non contrapposizione di desideri.
(Sergio Davanzo – EDA PERSONAL COACHING)