Tempo pessimo per votare, si lagnò il presidente di seggio della sezione elettorale quattordici dopo aver chiuso violentemente il parapioggia inzuppato ed essersi tolto un impermeabile che a ben poco gli era servito nell’affannato trotto di quaranta metri da dove aveva lasciato l’auto fino alla porta da cui, col cuore in gola, era appena entrato. Spero di non essere l’ultimo, disse al segretario che lo aspettava qualche passo indietro, al riparo dalle raffiche che, sospinte dal vento, allagavano il pavimento. Manca ancora il suo supplente, ma siamo in orario, tranquillizzò il segretario, Se continua a piovere così sarà una vera impresa se arriveremo tutti, disse il presidente mentre si trasferivano nella sala dove si sarebbe svolta la votazione. Salutò per primi i colleghi di seggio che avrebbero fatto gli scrutatori, poi i rappresentanti di lista e i loro rispettivi supplenti. Usò l’attenzione di adottare per tutti le stesse parole, non lasciando trasparire nel viso né nel tono della voce alcun indizio che consentisse di cogliere le sue personali tendenze politiche e ideologiche. Un presidente, sia pure di una sezione elettorale tanto normale come questa, dovrà regolarsi in tutte le situazioni secondo il più rigoroso senso di indipendenza, o, in altre parole, mantenere le apparenze.
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Gli esseri umani sono universalmente conosciuti come gli unici animali capaci di mentire, e se è vero che a volte lo fanno per paura, e a volte per interesse, a volte lo fanno anche perché si sono accorti in tempo che era l’unico modo che avevano per difendere la verità.
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…ma il comune, questo, è della città e non la città del comune, spero di essere stato sufficientemente chiaro, signor ministro, Talmente chiaro che le farò una domanda, A sua disposizione signor ministro, Ha votato scheda bianca, Come, prego, non ho sentito bene, Le ho domandato se ha votato scheda bianca, le ho domandato se era in bianco la scheda che ha depositato nell’urna, Non si sa mai, signor ministro, non si sa mai, Quando sarà tutto finito, spero di avere con lei una lunga conversazione, Ai suoi ordini, signor ministro, Buonasera, Buonasera, Avrei voglia di venir lì a darle una tirata di orecchio, Non ho più l’età, signor ministro, Se un giorno dovesse essere ministro dell’interno, saprà che per le tirate di orecchio e altri rimproveri non c’è mai stato limite di età, Che non la senta il diavolo, signor ministro, Il diavolo ha un udito talmente buono che non ha bisogno che gli dicano le cose a voce alta, Che dio ci aiuti, allora, Non vale la pena, è sordo dalla nascita