In un sonnacchioso e caldo pomeriggio di fine maggio, una notizia mi esplode in testa come una bomba: “Castagneto Carducci, Ilaria, uccisa a 19 anni: fermato un senegalese”.
Ragazzi adolescenti o poco più, vite distrutte. Non faccio in tempo a riflettere su questo drammatico evento, che vengo colpita da un’altra notizia, ancora più sorprendente: “Corigliano Calabro, 15enne uccisa a coltellate e bruciata: confessa il fidanzato”.
Il sole continua a filtrare tra le persiane socchiuse tracciando strani disegni sul muro.
Nessun commento mi viene da fare in quel momento, solo una domanda: perché? Perché tanta violenza tra i ragazzi?
E’ vero, la violenza è ormai cosa quotidiana, sembra quasi che siamo un po’ tutti anestetizzati davanti ad episodi violenti e sanguinosi, quasi come se ci trovassimo dentro ad un “videogioco”.
Già, proprio un videogioco! Gioco e realtà si fondono e confondono facendo perdere il senso della misura e la consapevolezza di ciò che deriva dalle azioni: è come se la mente e il corpo fossero completamente “disconnessi”. Come se le conseguenze di un gesto non venissero considerate. Sembra assurdo, ma è così.
E la Tv che ruolo ha in tutto questo? Purtroppo spesso ha un ruolo importantissimo e negativo. C’è sempre un microfono che “spia” le emozioni, gli sfoghi e le lacrime dei protagonisti, c’è sempre una lucina rossa davanti al possibile colpevole, un apparire forse calcolato, forse no, una telecamera puntata sul luogo dell’accaduto. Tutto diventa oggetto di spettacolarizzazione, tutto diventa show. E’ tutto un reality di morte e violenza…
Apparire è la parola d’ordine. Non importa per quale motivo.
E quando qualcosa va storto, la debolezza viene fuori ed ecco i gesti tragici: suicidi per un esame andato male, una bocciatura o una storia d’amore finita improvvisamente.
Perché i nostri ragazzi sono caduti così in basso? Perché sempre più in basso? Perché hanno smesso di volare alto? Perché la sconfitta non è più contemplata nella vita dell’essere umano? Perché un rifiuto in amore può scatenare tanta violenza?
Attenti ragazzi! Nella soddisfazione del bisogno immediato state per perdere la capacità di sognare, pensare, progettare il vostro futuro. Dovete capire che non tutto si può ottenere subito e a volte, è solo la caparbietà, la passione, la capacità di credere nella forza dei propri sogni a far raggiungere anche obiettivi insperati. Gli insuccessi non sono dei fallimenti, ma sono dei piccoli passi verso la realizzazione dei vostri progetti. Nessun progetto nasce perfetto.
A volte ci sono delle nuvole che oscurano il cielo, ma voi dovete riuscire a vedere oltre le nuvole, oltre gli ostacoli che si frappongono fra voi e il domani.
Voi siete le ali della speranza! Non appesantitele con egoismi, falsi miti e violenze affinché possiate volare alto.
Riprendetevi il cielo, ragazzi. (Alessia S. Lorenzi)
29/05/2013