QUELLO CHE SEI
Potrei dire che la prima volta che ti ho visto, era come vedere un disegno, che non dava nulla, anche se per me era un’opera, difficile da capire cosa volevi dire, difficile da guardare perchè non emanava nulla, e mentre ti parlavo i colori si accendevano, e non te lo aspettavi, come non te lo aspetti tutt’ora, che la differenza da tutti quelli che hai incontrato, io sia l’unico che riesca ad apprezzare le tue tempeste, le tue pioggie violente che si abbattono negli alberi della tua anima, facendone cadere le foglie rendendoti confusa e sporca dentro.
E mi sento attratto da tutto questo, perchè quelle tempeste sono le stesse che distruggono anche me, ma la tua presenza mi rende come uno squalo che corre nel mare, felice di avere tutta quell’acqua che lo rende veloce, energico, in questo mare che risulta ostile e infelice, per questo voglio leggerti affondo, sentire che rumore fa il tuo cuore, che sembra lacerato ed ha bisogno di cure, quella medicina unica, che non si trova ovunque, la si desidera nei propri pensieri, solo così si può guarire, da quel terribile romanzo che scrive la tua vita, giorno per giorno, mi ritrovo in te, mi ritrovo in tutto, è come guardarsi allo specchio, fa paura, da fastidio, ma è dannatamente confortevole, riuscire a capire te è come riuscire a capire me, e quando non ci sei, e come se manco io!
Permettimi di leggere il tuo romanzo, voglio arrivare fino all’ultima pagina, così per capire, se posso diventare il tuo nuovo scrittore, e riuscire a disegnare sorrisi, sul tuo viso, fai in modo che possa consumare la mia penna, per qualcosa di unico!
(Ejay Ivan Lac)