La resistenza del popolo stringe il respiro di chi comanda, ogni giorno che passa, le nostre battaglie in strada, la nostra voce, i nostri dissensi, mentre io scrivo verità voi gridate alla libertà, mettendo in ginocchio intere città, strade, piazze, nulla possono fare di fronte ad un popolo che ha fame, che è stanco di non poter essere quello che vuole, un essere umano dignitoso.
Stiamo raggiungendo il nostro scopo, lo si capisce perché sono in crisi, e non sanno più dove sbattere la testa, cercano di controllarci con tecniche nuove e di trovare nuovi metodi per di staccarci, ma non ci riescono più, non ora che stiamo subendo una nuova coscienza di noi.
Non significa che abbiamo vinto, bisogna continuare a combattere, continuiamo a rispettarci ed odiare solo chi ci fa del male, come loro, per vincere, bisogna bruciare, per vincere, dobbiamo gridare, e se è necessario sporcare le nostre mani di sangue, rosso che cola dai loro muri, hanno versato già troppo sangue su di noi, su di chi è morto per tristezza, su di chi è morto lottando anche per noi e per coloro che restano chiusi in casa senza far nulla, forse spaventati con il terrore di essere azzannati, ma non è questa la via giusta, non si nasce liberi, non si nasce dignitosi, la libertà si conquista scendendo in campo, la dignità, si conquista lottando, ribaltando questa piramide con la punta verso il basso…
Verso di noi…
(Ejay Ivan Lac)