Petali, che entrano dalle finestre, dalla porta, volano, sopra ogni albero e tetto, della mia e della tua città…
Petali, neri, che sorvolano le persone, camminano sul pavimento e la notte, quando tutto è in silenzio, sfiorano il tuo corpo, e indicano ai tuoi pensieri la strada da fare, mentre tieni gli occhi chiusi per dormire, o ad occhi aperti.
E sono gli stessi…
Sono uguali…
Gli stessi petali che hanno toccato me, toccano anche te, per parlarti di noi, che siamo tutti uguali, sospirano nel tuo orecchio, baciandoti la pelle, sfiorandoti le labbra, mentre il tuo corpo tace nel buio, e dorme, tranquillo nel letto, guardando quel sognio che speri sia infinito, ma che svanisce al mattino.
E non ti accorgerai di nulla, non li vedrai, ma se ti concentri, prima di addormentarti, puoi sentirli entrare nella tua stanza, petali senza anima, petali, senza rumore, come un leggero soffio sui peli della tua pelle, sopra ogni tua cellula, leggeri e quasi impercettibili…
Scrivono di noi, scrivono, di un mondo che soffre, un mondo in via d’estinzione, e cercano di darti, nella loro leggerezza, la forza di alzarti domani, e guardare gli occhi di ogni creatura, è sarà come guardare…
Se stessi.
(Ejay Ivan Lac)