Onde bianche corrono veloci verso la battigia,
l’una dietro l’altra, in un composto disordine e
quasi anelanti di incontrare il loro destino.
Infrante e dimentiche.
Le altre, impetuose, si abbattono sugli scogli,
spruzzando freddi lapilli impazziti.
Ed io chi sono o chi diverrò?
L’acqua silente che, con veemenza, muore distesa sopra i granelli umidi di sabbia oppure
quell’onda che si dibatte animosamente al di là dell’aspra roccia?
Non so.
Ma che importa? Non è forse vero che tutte e due ritonano ad essere mare?