Il treno entra nella stazione di Hitherton e si ferma lentamente.
Guardo fuori dal finestrino e lancio un’esclamazione di sorpresa. In cielo c’è un’enorme mongolfiera, qualche metro sopra l’edificio della stazione. É rossa e gialla, e i passeggeri stanno salutando dal cesto. Sembra uscita da una fiaba.
«Guardate!» esclamo. «Guardate fuori!»
Nessuno alza la testa. Sono tutti impegnati a digitare freneticamente sulle tastiere.
«Guardate!» ripeto. «É incredibile!» Nessuna risposta. A loro
interessa solo il contenuto dei loro palmari. E adesso la mongolfiera si è alzata. Fra un attimo scomparirà. Se la sono persa.
Li osservo, la crème del mondo legale, nei loro abiti di alta sartoria da mille sterline, con i palmari ultimo modello. Che si lasciano sfuggire la vita, senza curarsi di cosa si sono persi.
Che vivono in un mondo a parte.
Io però non appartengo a tutto questo. Non è più il mio mondo. Non sono una di loro.
Lo capisco all’improvviso, con la certezza più assoluta. Io non sono adatta. Non ho nulla a che fare con tutto questo. Forse un tempo, ma adesso non più. Non posso farlo. Non posso trascorrere la vita chiusa in una sala riunioni. Non posso lasciarmi ossessionare da ogni piccolo frammento di tempo.
Non posso più farmi sfuggire niente.
Seduta lì, coi contratti impilati in grembo, sento la tensione crescere. Ho fatto un errore. Un errore enorme. Non dovrei essere qui. Non è questo che voglio dalla vita. Non è questo che voglio fare. Non è questo che voglio essere.
Devo scendere. Subito.
LA REGINA DELLA CASA, Sophie Kinsella