Con le mani in grembo
seduta, guardiana esausta
di una casa disabitata, lei
gode gli ultimi raggi di sole.
Donna dalle tante primavere,
con pupille sognanti, in visioni
d’un passato scomparso, attonita
si lascia rapire.
Ora in maniera corretta, siede
fuori la porta lasciando scorrere
le ore di un epoca che più non gli
appartiene.
Rincorrendo giorni di piacere vissuti,
che il ricordo si ostina ad allontanare
e lei paziente li ritrova, li accarezza,
li riporta alla vita.
Amori che ora dividono il suo
tempo, compagni nell’attesa del muto
esistere che fa di lei fiore ancora
profumato, custode di un amore,
tornato bambino.
(Mirella Narducci)
1 commento
Un bellissimo quadro di quel che saremo…
Ciao Miry 😀