L’asfalto che sorregge i miei passi, mentre cammino solitario in questa città, la musica nelle orecchie, qualche messaggio mi avvisa, la mia mente fissa, su di lei.
Lei, che riesce a farmi incuriosire, ha uno strano effetto su di me, giovane creatura, che porti meno anni dei miei, ma sembri mille passi più avanti, con quel sorriso sincero e quei tuoi occhi, che esprimono tanta serenità, come fai? come ci riesci?
Nelle domande più assurde, ti vorrei, fresca di giorno, calda di notte, anche quando fuori si gela, ti immagino, scaldare ogni passo di lancetta, nel tuo profondo infinito ricco di scrigni magici, che ancora nessuno ha mai aperto, vorrei tanto poterli aprire e provocarti emozioni infinite, quelle che ora sono impaurite, vorrei guarirle.
Forse sono illuso, e resto nel silenzio, senza fare nulla, e magari perderti del tutto, senza mai aprire bocca, spaventato dalle strade passate, spaventato, da un qualsiasi rifiuto, ma se resto fermo, quali risposte potrei avere? forse zero, o forse una…
(Ejay Ivan Lac)