Notte tormentata dal caldo
paura di sogni agitati
stanca, caduta in un pesante
sonno mi sentivo trasportata
in posti ameni dove limpide
acque fluivano brillanti come gemme.
Iridescente il cielo aveva
bagliori di cristallo, paradiso
potrei chiamarlo.
Architetto del mio sogno
ne costruivo i contorni.
Cascate prati fioriti
giunchi odorosi
tutto era splendore.
Ninfa in quelle valli
mi riempivo gli occhi
della favola quando d’improvviso
il rintocco della pendola
mi riportava nel triste mondo intorpidito.
La notte era trascorsa ed era già mattino.
(Mirella Narducci)