Noi siamo quel che siamo, diamo, prendiamo, vogliamo, lasciamo che ci derubino di noi.
Non diamo mai troppo, ne troppo riceviamo..
ignoranza è credere che siamo ”troppo” o gli altri sono ”troppo”.
Siamo la misura che vogliamo,
mai troppo buoni,
mai troppo cattivi,
mai troppo generosi,
mai troppo avidi.
La vita è un fiume che scorre
mai troppo in piena, mai troppo in secca.
Noi siamo coscenti di noi, attimo dopo attimo,
nell’ignoranza e nella savietà.
Nessuno si approfitta di noi se non noi stessi.
Siamo amici, nemici.
Siamo troppo buoni, già risuona male; troppo buoni.
Siamo troppo generosi, già risuona di egoismo; troppo generosi.
Siamo troppo onesti, troppo presuntuoso risuona di falso; troppo onesti.
Già scatta quella parte che si chiama coscenza….si ascolta nel silenzio della vita.
Noi siamo fatti di coscenza,
conoscienza,
atti,
parole,
indifferenza,
attenzione.
Penso a quanta attenzione ci serve per essere indifferenti.
Le candele consumano sull’atare della vita la loro essenza alla piccola fiamma accesa.
Posso essere, io, privo di coscenza quando strofino la capocchia del cerino che sfavilla e prende consistenza di fiamma?
Sono cerino e fiamma e mano che strofina il cerino e lo stoppino che brucia e lentamente mi consuma, io cera e candela.
Non siamo incolpevoli di essere,
nessuno è troppo tanto ne troppo poco..
Io, non sono troppo
sono quella che sono,
senza recriminazioni per lavare la mia coscenza.
Sono le lacrime sul volto,
sono il sorriso sulle labbra.
Sono il lutto della mia vita,
la speranza di un anima che piano piano va spegnedosi.
SimonaAmelia