Sono qui sospesa, aspetto che magici fili
ordiscano la rete del mio futuro.
Cadrò come qualcuno ha scritto
e prigioniera del mio destino, lo assorbirò
fino in fondo.
La tela così fittamente tessuta frenerà
il mio pesante fardello pieno di giorni,
di anni vissuti.
Nel mio cadere, nastri di bimba
volteggeranno al mio fianco
come stelle filanti e le mie fiabe
i miei sogni più belli mi seguiranno
svolazzando leggeri come piume,
compagni fino all’eterno.
Come aquilone fragile e bello
spazierò i cieli e il tempo, tra sbalzi
e corse precipitose governerò la vastità
dell’azzurro, nelle sconfinate praterie celesti
destriero di carta mi spingerò fino agli orizzonti
infuocati dai tramonti perenni.
Il lungo filo mi lascerà vagare, solo quando
un repentino scatto mi troverà sull’erba di un prato
e come ali di farfalla, il mio aquilone disteso,
tremante parrà un fiore di campo tra i fiori.
(Mirella Narducci)