Si sta facendo sera e l’attesa si protae, muti innanzi a me occhi rotondi mi fissano da un vetro. L’acquario è acceso luci brillano, animano bassi fondali, pieni di piante strane, cunicoli, caverne dove in una calma piatta si muovono pesci dai nomi strani. Lenti, maestosi nel loro finto oceano chiusi nel piccolo recinto d’acqua di mare, ti fanno scordar l’ansia e tranquilli danno l’esempio visivo d’una pazienza antica. Così cancelli ogni nevrosi, smetti di palpitare e pur l’attesa è passata.
L’acquario
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