Non una ma cento volte…..vorrei sentirmi paga, anima inquieta vado di loco in loco a dissetarmi d’acque limpide, dove trovare la forza di rinascere. Amara la bocca muta resta, non più favella e attonita rimane. Non una ma cento volte…… non pronunziar conviene, un nome che suscita rancori, odi profondi, atavici ricordi che con morsi rabbiosi saziano il male che cova e cresce, pianta radici forti in terra e nessuno riesce a dissodare. Non una ma cento volte……si è pregato pianto, supplicato ma al cielo nulla è arrivato. Muto ti regala giorni di luce e le tue ore pensano a sfumarli di grigio, poi di nero e in questo nero cadi, cadi fino all’alba che ti ricoprirà di bianco. Non una ma cento volte….. vorresti credere di nuovo alle promesse, all’amore, al bene e come a carnevale, dove ogni scherzo vale, ti prendi ingiro e conti i guai. Non una ma cento volte….corri in piazza e bruci la pupazza, cosi finisce il Carnevale!!!!!!
(Mirella Narducci)