Se chiudo gli occhi vedo ridenti colline
ricolme di fiori come un arcobaleno profumato
che ti avvolge come un mantello
e ovunque regna la quiete
rotta solo dallo scroscìo
di una fresca sorgente montana
e mi sento felice,
i raggi del sole riscaldano il mio corpo
e si acuiscono i sensi
ispirati dalla natura selvaggia.
Se invece apro gli occhi
sparisce l’incanto paradisiaco
per lasciare il posto
ad una realtà grigia
fatta di volti senza nome
sempre alla rincorsa di un qualcosa
che ricordi la felicità di un sogno
ma che ricadono sul asfalto,
un suono sordo fatto di nulla.
E’ come un muro che si pone tra corpo e mente,
sta a me scegliere
se vivere o sopravvivere:
scelgo la vita,
una vita consapevole,
un cammino volto all’amore
dove anche le difficoltà
o la malattia estrema hanno un significato,
la mia mente si apre,
i miei occhi curiosi guardano il mondo
con una luce nuova:
la luce della speranza.
Quella speranza si chiama amore
in tutte le lingue del mondo
comunque amore,
dolcezza di un sorriso,
carezza per il cuore e lo spirito.
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dedicata a mio padre Pietro