La depressione è sentire l’aria che preannuncia una tempesta, senza che questa si faccia mai viva. E’ il dolore senza il pugno. Il rimorso senza il peccato. E’ la corrosione del senso razionale del tutto. Dove la felicità riempie, lei svuota. Svuota ogni azione del suo significato, svuota il soggetto stesso. Scava, come una talpa affamata, dentro l’animo del disgraziato che cade fra i suoi artigli. Lentamente, lo priva del coraggio di vivere e lo spinge giù dal dirupo della disperazione. Gli benda gli occhi con un drappo, perché non possa mai più trarre godimento dalla luce dell’alba, gli ostruisce il naso con la morte bianca, perché non possa mai più sentire il profumo dell’aria dopo un temporale. Gli fa gridare convulsamente aiuto e lo rende al contempo sordo alla voce degli amici.
Ecco perché essa è così letale: sa dove colpire, e quando lo fa lascia le cicatrici. E’ l’archetipo della distruzione umana. E’ una sfida alla vita.
La depressione
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