Una sera d’inverno, anonima come tante.
Freddo pungente, penso che sarebbe stato meglio ricordarsi del cappello.
I pochi capelli sopravvissuti, non offrono una protezione adeguata. O meglio, non offrono alcuna protezione.
Penso di rifugiarmi in macchina.
Poi, ricordo di non aver giocato la solita terna di numeri che non ne vuole sapere di combinarsi da un’infinità di estrazioni…forse, li cambio.
Visto che ho voglia di cambiamenti…cambio anche la ricevitoria.
Cammino svagato, assorbito dall’indecisione del pessimo giocatore d’azzardo: quali nuovi numeri giocare? E se, poi, viene estratta quella terna maledetta?…non è il caso di arrovellarsi il cervello: gioco i nuovi ed i vecchi!
La camicia che mi piace in quella vetrina, può attendere.
Mi sento in una sorta di bolla indefinibile, come nella pubblicità degli apparecchi acustici.
All’improvviso ed inaspettato, ecco lo spillo che la fa scoppiare. Incrocio lo sguardo di una ragazza che cammina sul marciapiede opposto.
Ho la sensazione di conoscerla…. un suo “ciao” dissipa ogni dubbio…mi affretto a rispondere…lei si allontana…chissà, se mi ha sentito.
Il giorno dopo, trovo una richiesta di amicizia su Fb, accompagnata da un messaggio…è lei!
Accetto….è l’inizio!
L’inizio della storia d’Amore sempre sognata ma, ormai, relegata sul fondo del barattolo dei miei desideri. Oggi, la mia vita precedente, colorata da sole tonalità di grigio non la ricordo proprio più e non ne sento alcuna mancanza.
In passato, pensavo quanto fossero banali, alcune frasi fatte, scritte da noi ma pronunciate per il disagio degli altri.
Del tipo: “In un giorno qualunque incontri persone che nemmeno conosci per nome ma , dentro te, percepisci una magia che ti fa pensare che quella persona ci sia , seppur confusa nella testa, per indicarti la giusta via, quella da seguire, quella da scartare, quella per sbagliare, quella per andare in un luogo qualunque dove ancora si può imparare ad amare.”
Ora, quelle frasi, non le definisco più “banali”, perché ho incontrato “quella persona” che mi ha condotto in quel “luogo qualunque”, dove ho imparato ad Amare.
Massimo Sica