Aggirammo le pietre ruvide, e Amma m’indicò un albero i cui frondosi rami scarlatti crescevano sopra il muro del tempio.
“Ricordi come si chiama, vero?” mi chiese.
“Ashoka”
“Brava. È un albero speciale, sai? È dedicato a Kamadeva, al dio dell’Amore. Secondo la leggenda, hai il potere di esaurire i desideri.”
Mentre ci avvicinavamo, fummo avvolte da un profumo delizioso.
“Un tempo credevo che, finché avessi sentito la fragranza di questi fiori, sarei riuscita a dimenticare tutte le mie pene”, mormorò Amma con gli occhi che le brillavano.
D’un tratto, ebbi la sensazione che lei si stesse allontanando da quel luogo, volando sulle ali di chissà quale pensiero. Gelosa di quel segreto, cercai di riportarla a me. “È un albero magico, quindi?”