Il vento passa inosservato da una stanza all’altra di questo albergo a due stelle dove i corpi friggono come sardine al sole di mezzogiorno, portando con se il muto lamento di chi, imbrigliata la voce da un’assurda malattia, non puo’ nemmeno sussurrare il proprio disappunto.
E passano lente le giornate scandite solo dall’ora dei pasti ma per chi non puo’ più assaporare il cibo è solo una tortura da aggiungere a tutte le altre che pian piano si sono impossessate di tutti i Pietro del reparto neurologia.
2 commenti
Il vento sui calanchi risuona
Il vento sui calanchi risuona
E ti riporta magia
E vita di una Storia.
All’imbrunire ti fanno
Compagnia
Il cinguettio delle rondini
E il verbo di Maria.
Il tempo scandisce
I ricordi e brama nostalgia
Di una “Casa”
Di pietre antiche.
Il sogno si inventa
Grandi cuori
Che parlano di “ famiglia.”
Il tramonto ti parla di gigli
E di tante anime andate.
E ritorna festoso
Il canto della Vergine
A consolarmi dentro
Le mura della mia casa.
Il vento della vita
Camminavo per strade silenziose
E il vento della vita
Diventava un silenzio di farfalla.
Camminavo a passi incerti
E gli alberi verdeggianti
Diventavano criniera di cavallo al galoppo
Dove regna questo mondo:-
La vita è un bruco di farfalla
E’ un istante di Paradiso!
Dove regna la mia casa!
Dove regna la mia origine! :-
“La morte è il vento della vita.”
grazie Giusi, molto bella la tua poesia; è proprio così “la morte è il vento della
vita”