Credo possa essere giusto così, anche se il dolore brucia il sangue e ustiona le pareti del cuore, stringerti tra le braccia per l’ultima volta, mentre le lacrime scendono piene di rabbia, il buio sopra i nostri volti, che non ci permettono di guardare i nostri occhi…
Poteva essere diverso, se solo la vita ci avesse concesso del tempo in più, senza portarti via da me, senza uccidere la mia anima, poteva, se solo quella sera mi avessi ascoltato, ora non saresti li, nell’aria e nel vuoto, quel vuoto assordante che fa rumore, e graffia sulle pareti, un vuoto assassino, un vuoto senza colore ne profumo…
Freddo…
Come camminare a piedi nudi nella neve, dove il sangue gela, e non sente nessun tipo di calore, la stessa sensazione, che ha il mio corpo nel letto, senza di te, e non esistono speranze di rivederti, se non tramite una fotografia, e qualche tuo vestito, che porta ancora il tuo profumo inciso, come un brano, che non muore mai, o come una poesia o un pensiero, scritto da un cuore che, ogni volta che ripensa al tuo calore tra le sue braccia, chiede, anche senza risposta, di poter rivedere i tuoi occhi che si chiudono la notte e si riaprono all’alba…
Quegli occhi, che ora, non si apriranno più, e resteranno chiusi, per molto tempo, fino a che i miei, non smetteranno di guardare il mondo.
(Ejay Ivan Lac)