Nella notte ho scritto parole, in quelle lune fantastiche, alcune brillanti altre nascoste, ho scritto frasi e sentimenti, riferiti a me, riferiti a te, il bisogno di far sapere come mi sentivo, quel bisogno di svuotare il peso, dal grido sulla collina alla scrittura lenta ma incisiva…
Ho scritto di tutto, di te che non mi guardi, di lei che non mi parla, dai miei sapori di sesso alle strade percorse in ogni verso, dall’aria che respiro alla puzza sotto il viso, ho scritto per Sarah, e con le lacrime negli occhi guardando il cielo anche per Zakia, ho scritto per chi soffre, per chi si buca, per chi domani morirà, leccando argomenti di vario interesse, che mi hanno colpito, divertito o fatto arrabbiare.
Ho detto di tutto, di come ho gridato, dal mio sangue al mio disgusto, dalla mia rabbia ai momenti che dedico per sentire l’anima, ho dedicato parole a lei che si è impiccata, ho fatto tremare, ma anche innamorare, ho ucciso persone con l’abilità delle mie parole, le ho appese al muro, le ho sepolte o tagliato a pezzi, bruciate o cancellate dal quadro della mia vita.
Ho descritto baci scottanti, toccate corporee e leccate su fiamme bollenti, ho descritto corpi bellissimi e amori impossibili…
E non ho intenzione di fermarmi, continuerai a leggere ogni mio stato d’animo, ogni mio sentimento, leggerai, la mia visione del mondo, continuerò a scrivere lettere a fantasmi di giovani morti, di quanto odio la politica, di quanto odio te che parli di me, di come sto male o di come sto bene, sono vivo, sono attivo, fino a quando avrò la forza…
Continuerò a suonare e a scrivere…
(Ejay Ivan Lac)