La pace ha la forma di un cane. La gioia ha un folto mantello bianco e nero.
Graeme Sims, L’uomo che sussurra ai cani
***
A volte quando state per andare in vacanza notate che i cani sono inquieti. Questo non è perché state facendo le valigie, ma perché è cambiato il ritmo del vostro linguaggio del corpo. Una valigia non mette in moto una concatenazione di pensieri del tipo «valigia uguale vacanza uguale canile». Il cane è agitato perché lo siete voi.
Quando esco dico sempre al mio cane «Torno presto», non perché lui capisca la mia lingua, ma perché cerco di stabilire una routine fissa che non lo disturbi. Non è tanto quello che dico, quanto il tono di voce con cui lo dico. Si tratta di mandare un messaggio calmo e concreto di linguaggio del corpo che in realtà vuol dire «non preoccuparti, è tutto come deve essere»
Graeme Sims, L’uomo che sussurra ai cani
***
Ricordo una turista incontrata nel Devon che mi chiese se le pecore sono stupide. Quando le risposi che sono gli animali più bravi del mondo a fare le pecore mi sembrò perplessa e non soddisfatta da quella che forse le sembrò una risposta poco seria.
In realtà era un’ottima risposta, perché le pecore sono meravigliosamente equipaggiate per condurre una vita da pecore: hanno il tipo di intelligenza necessaria per essere pecore con successo. Forse quella signora le paragonava agli esseri umani.
Graeme Sims, L’uomo che sussurra ai cani
***
In questo libro ciò che è «semplice» ha un significato profondo. A ogni passo è come essere su una scala. Se cercate di saltare un gradino non arriverete mai in cima, e anche i più sprovveduti possono capire che c’è un solo punto da cui partire…
Questo libro non presenta un segreto che appartiene solo a me: si tratta di un metodo già ben collaudato. È possibile condividerlo, e anche voi potete adottarlo!
Se vi trovate a passare per la mia valle e guardate in su verso le colline, vi capiterà di vedere un uomo che fa lavorare quindici cani con precisione assoluta. A questo punto potrete pensare: «Posso farlo anch’io, visto che ne devo dirigere uno solo!».
Graeme Sims, L’uomo che sussurra ai cani
***
Essere poveri è una dura realtà, ma anche uno stato d’animo.
Avevo cinquantanni, nessuno mi avrebbe assunto, ero senza valore, senza amici, senza niente.
Passare dall’agiatezza alla povertà è come perdere quota in modo incontrollabile: si è sicuri solo di schiantarsi al suolo. Tutto quello che si può sperare è che non avvenga subito, e che, quando succede, non sia troppo drammatico.
Graeme Sims, L’uomo che sussurra ai cani
***
Ho passato venti anni piacevoli lavorando con i cani davanti a platee numerose, in situazioni in cui ogni singolo movimento è attentamente pianificato e deve tassativamente essere eseguito nel modo giusto. Ma forse le ore più importanti sono quelle passate in luoghi disabitati con la sola compagnia dei miei cani.
Non ho mai visto un cane che non abbia in se stesso un gran numero di buone qualità.
Non ne ho mai visto uno che non potesse essere addestrato, una volta trovato il modo giusto.
Ancora più gratificante è sapere che non esistono cani impossibili da amare. E deve ancora nascere quello che non amerà il suo padrone, se il padrone ama lui.
Se solo potessi dire le stesse cose a proposito dei padroni!
Con i cani è semplice: amali, dimostra loro che li ami, e poi su questa base costruisci l’addestramento.
Graeme Sims, L’uomo che sussurra ai cani
***