Ogni giorno era come un giorno della vita di un altro. Non mi era mai capitato nulla e adesso che mi stava succedendo di tutto, e con tutto intendevo Lena. Un’ora era diventata più veloce e più lenta nello stesso tempo. Mi sentivo come se avessi risucchiato ttta l’aria di unpalloncino gigante, come se non mi arrivasse abbastanza ossigeno al cervello. Le nuvole erano più interessanti, la mensa era meno disgustosa, la musica mi sembrava più bella, le battute di smpre erano più divertenti, e la Jackson si trasformò da un grumo di prefabbricati grigio-verdi in una mappa di tempi e di luoghi in cui potevo incontare lei. Mi ritrovavo a sorridere senza ragione, mi tenevo le cuffiette e ripetevo le nostre conversazioni tra me e me, solo per il gusto di riascoltarle. Avevo già visto questo genere di cose.
Solo che non le avevo mai provate.
–Kami Garcia & Margaret Stohl, “La sedicesima Luna”–