Dopo il primo flash, gli chiesi di togliersi i pantaloni, lei mi guardò e lo fece, aveva uno sguardo particolare, mi disse “Userai me per le tue copertine?” gli dissi che ne avrei scelta una, la migliore, si alzò da terra, venne verso di me e mise la mano sull’obbiettivo “così non va, io voglio andare oltre” così si tolse tutto, si risdraiò a terra, aprì le gambe e cominciò a toccarsi, gli dissi che non mi serviva nulla di tutto questo, ma lei continuava, così mi avicinai a lei, cominciai a fotografarla, sul letto, sul divano, il suo corpo si muoveva, e i capelli scivolavano dietro la schiena, mi piaceva illuminare con il flash le sue curve, con le ombre che riflettevano sul muro, si mise davanti a me, e mi tolse la maglietta “hai paura di me?” ed io risposi “non ho paura di nessuno, il mondo è sotto i miei piedi” lei sorrise, e mi prese il cellulare dalle mani, si sdraiò sul divano e mi tirò dal braccio sopra di lei “ma oggi sotto di te ci sto io”
(Ejay Ivan Lac)