Donna, madre e figlia di deserti, nascosta da severe vesti guardi la vita da un claustro spiraglio, sicura hai protetto l’animo e il corpo dalle altrui brame, lasciando ai venti le fantasie del cuore. Spire di sabbia hanno inaridito gli occhi, aspre pietre modellato il profilo di sfinge e nel mistero d’una genesi antica, vivi una guerra atavica, dove l’ultimo dei giusti rimane confuso, smarrito fra la tua tanta gente.
Donna di Kabul
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