Il brivido che è dentro di me
mi toglie il respiro, sottile
accarezza l’anima la spoglia,
proibita la tua carne sembra
urlare cattivi pensieri che
scivolano sulle tue gambe.
Sorpreso dalla tua felina,
animalesca voglia lascio alle
tue tentazioni l’arbitrio di un
tuo invito.
L’andatura in bilico, dall’alto
della tua natura regala ai
miei sguardi il dolce frutto che
trasforma la dolcezza in desiderio,
cupidigia di insaziabili arsure,
cerco nelle lievi fenditure del tuo
corpo l’ambrosia, il nettare che
sazia ogni bramosia.
Rubo come un ladro quello che fa
di te “capra Amaltea” non mitologica,
ma terrena fonte di delizie.
(Mirella Narducci)