Ci vorrà ancora tempo per ricostruirlo, per dargli le cure che gli ho fatto mancare, per ringraziarlo perché è vero che mi porta sull’orlo della disperazione quando mi sussurra che “lo ama ancora”, ma, da esso ho anche ricevuto l’essenziale, la linfa vitale dell’amore e se ha perso qualche battito non gliene devo fare una colpa. Dovrei riappacificarmi con esso, trovare il modo di legarlo a me ed effettuare una sorta di simbiosi altruistica.
Non ho idea di come si possa ricucire un cuore… Non è mai stato mio compito diventare chirurgo della mia anima. Ho sempre cercato di battere sul tangibile, sul riflessivo in modo da non toccare parti dolenti della mia essenza. Eppure, a distanza di tanto tempo, mi accorgo che il tempo non è stato affatto clemente. Poteva ucciderlo mentre il mio cuore era seppellito in modo che non avrei sentito alcun dolore se non una fitta acuta ma breve, però, non l’ha fatto.
Io il mio cuore lo riprendo; perché in fin dei conti oltre ad essere l’unica cosa degna che possiedo, so che soffocarlo d’amore e soffocarmi d’amore è l’unica cosa che realmente mi rende viva. È solo amando ed essendo amata che scavo nella roccia e tiro fuori da sotto i detriti la mia anima.
Stanca, un po’ sgualcita, eppur così, senza una ruga di tradimento: mi è sempre fedele.
(Alessia Auriemma)
1 commento
Dio, che bella questa cosa che hai scritto… sarà che sono in un moemnti della mia vita un pochetto fragile, ma mi ha commossa fino al midollo…