A chi non è capitato di mangiare da piccoli un cibo che non piace, che proprio non vuole andare giù, ed essere digerito…
Da “grandi”non succede più con il cibo, perchè nessuno t’impone più la scelta che ognuno ha su ciò che si preferisce mangiare. Non è così con il destino, che spesso ci mette in calcio d’angolo (quando ti va bene) o addirittura k.O. nella causalità degli eventi che investono corpo ed anima, che ti trascini nel tempo, che non mandi proprio giù. Per quanto la vita va avanti, la musica torna a suonare, il sorriso a comparire sul volto, ci si chiede sempre se quell’evento non fosse accaduto come sarebbe il presente?
Beh, io proprio non posso farci nulla se il pensiero spesso e volentieri, lo ammetto, mi porta a pensare ad una me in vesti di madre, di me e quel ovulo che era presente nel mio utero in un non troppo lontano 1995, che aveva appena otto settimane….Quel ovulo ha un nome e ve la presento:
Andrea Nicole, mia figlia, oggi nella mia fantasia ovviamente, ha 15 anni. Mi piace parlare con lei, mi piace leggerle i libri, e parlare a cuore aperto di emozioni. Spesso siamo complici, nel prendere in giro il papà e le sue manie con i motori, e le sue passioni per lo stereo e maxi schermo dolby surround. Lei ha la mia bocca, la pelle sottile e bianca, gli occhi profondi e volitivi del padre. é sempre allegra e solare, anche appena sveglia ti accoglie con un sorriso che si estende su tutto il volto e le alze le guanciotte e tira gli occhi a mandorla. Le piacciono i fiori, le piace guardarmi mentre li curo, poi si avvicina ai fiori, li accarezza i petali, mi guarda e mi chiede ” Mamma, ma Abba Padre ha disegnato anche i petali?” ed io adoro guardare la sua meraviglia spalancarsi, che attende la mia risposta. Lei si fida di me, anche se ama toccare con mano la vita e scoprirla a costo di cadute e capitomboli…ma in fondo è una bambina, ed è giusto che la vita la scopri da sola…!”
Lei c’è… sospesa nel mio nodo alla gola che non mando giù, c’è quando scarto i pacchetti di natale sotto l’albero, c’è quando mi alzo ogni mattina e mi guardo allo specchio, chiedendomi sempre “come sarei come madre?”
C’è… quando vedo il fondo della mia voglia d’ intimità ed unione senza fine…c’è l’icona dei suoi occhi, del suo battito dentro quel “chissà” che non potrò mai rincontrare… una fantasia che vedrò riflessa in me per sempre!