Vedo il mare, lontano
quì vicino a me ho una
conchiglia, all’orecchio
mi sussurra fruscii ed echi
remoti.
Con gli occhi chiusi sento
voci care, i loro richiami
si perdono in spazi infiniti.
Ondate di ricordi m’inondano
come maree, mi sommergono
nei flutti, lasciando su di me
profumi, sapori e sensazioni
d’un tempo passato felice.
Nell’incavo della tua fessura
mi hai trascinata in un limbo
incantato dove la mia gioventù
splendeva e sorrideva alla vita.
La rivivo in pochi attimi, essa è lì
mai dimenticata, in un momento
di lucidità mi domando di chi erano
quelle voci cosi dolci, così conosciute
avvicino di più la conchiglia, voglio
capire, voglio sperare….mamma, papà, sorella…
troppo distanti e l’illusione mi porta a stringerti
al petto con accorata amarezza e in un brivido
leggero nasce la speranza.