Ricordo quando mi feci quel sorriso, mentre fuori pioveva e la luce era saltata per via del temporale, quattro candele illuminavano la cucina, tu mi dicesti che avevi un dolce per me, zucchero per il mio compleanno del giorno dopo, ti avvicinasti al frigo prendesti la panna appogiandola sul tavolo, e quel barattolino di nutella con il coltello piantato al suo interno, eri bellissima con quella camicetta bianca e il pantaloncino nero, con la tua mano lentamente sbottonasti i tuoi bottoni come fossero d’aria, facendola cadere sul pavimento, come una piuma leggera che cade sul terreno, ti sedesti su quella sedia, davanti a me, e con il coltello dalla lama fredda ti spalmasti la nutella sul tuo petto, come per formare una riga fino al tuo ombellico, ricoprendola con la panna, una linea sottile che si muoveva ad ogni tuo respiro, mi dicesti che tu eri il dolce, ed io dovevo mangiarti, così mi avvicinai a te, mi inginocchiai davanti alle tue ginocchia, e con la lingua cominciai a percorrere la tua linea, dolce, riscaldata dalle fiamme della tua pelle, mentre i tuoni accompagnavano il mio tragitto, continuai ad assaggiarti fino al tuo collo, arrivando alla tua bocca, ci guardammo negli occhi e mi dissi buon compleanno…..
(Ejay Ivan Lac)