Al capolinea scendo
è sera
l’aria di periferia
pervade il mio cuore distratto.
Erba ai bordi della strada
non s’ode suono alcuno
solo lo starnuto di una cicala.
Lontani i palazzi, pieni di antenne
e bandiere di panni alle finestre.
Luci che si accendono e si spengono
come lucciole, l’aria è pregna di gioia
e vino.
Una panchina vicina ad un campo
di calcetto mi accoglie….serena apro
i quaderni della mente, rispolvero
le memorie antiche.
Se potessi tornerei a cercarti
pur di comprendere
il tormento del tuo gesto.
Sul foglio trema la matita, mi manca
il coraggio di tradurre in pensiero
il mio dolore.
Mi hai assassinato il cuore
e la mente s’arrabatta per sopravvivere
senza cuore.
E’ tardi il sonno picchia duro alla porta
i miei occhi giacciono balocchi… in terra.
E’ tempo di tornare, forse domani la fumosa
aria inquinata del centro mi assorbirà
nelle sue caotiche e asfittiche vie e tutto sarà
solo un ricordo.
(Mirella Narducci)