Molti sottolineano che occorre amarsi per essere in equilibrio. Ed è vero. O almeno sapersi perdonare. Ma, come sempre, la parola è infida perchè tende ad essere interpretata scorrettamente. Perchè capita poi spesso che “amarsi” si traduca nella mente di chi legge “vai bene come sei”. Ed anche questo, come concetto è giusto, perchè se ti accetti, se accetti la tua vita, raggiungi la pace. MA “vai bene come sei” può essere letto come “tutto ciò che pensi e fai è giusto”, ancor di più se ti viene detto “sei perfetto così”. E allora che succede? Che se “credi” a queste affermazioni pensi di aver ragione, pensi, cominci a pensare, che “non devi criticarti” e quindi non sottoponi più a vaglio attento quello che pensi e che fai. E invece non è così. Occorre imparare a fare due cose in parallelo: sapersi giudicare e sapersi perdonare. Se ci fermiamo solo al primo, rischiamo il masochismo, il senso di colpa perpetuo, la depressione. Se operiamo solo sul secondo, rischiamo la superficialità, l’arroganza, l”insensibilità, la vanagloria. Se li usiamo tutti e due, con equilibrio, allora cominciamo a camminare, superiamo il senso di colpa, ma non ci montiamo la testa. Stiamo attenti a quello che pensiamo, siamo in grado di fare autocritica e da questa imparare. In una parola: l’umiltà, che viene dalla parola “terreno”, restare a filo del terreno, a filo dell’erba.
(Elitheo Carrani)