“Ci sono vite che sfidano anche il vento e vite che si adagiano nel guscio del proprio io e dell’abitudine…
Nell’adagiarsi c’è rassegnazione e c’è una sorta di dismissione e di resa. Quasi un lasciarsi vivere come dei reduci che non vogliono o non riescono a superare quella condizione perché è la più facile, la più comoda,la più protetta.
Barche che si lasciano cullare dal beccheggio sicuro del porto per non più affrontare il mare aperto e il rischio, sia pur pieno di fascino, delle burrasche.
Barche arrese”
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