Mio cuore, mio cuore fedele. Meno aitante di un tempo, certo, ma così fedele! La notte scorsa ho fatto un esercizio infantile: calcolare il numero di battiti del mio cuore da quando sono nato. Data una media di sessantadue battiti al minuto moltiplicati per sessanta minuti di un’ora, moltiplicati per ventiquattro ore al giorno, moltiplicate per trecentosessantacinque giorni all’anno, moltiplicati per settantanove anni. Non riesco più, ovvio, a calcolare tutto a mente. Quindi, calcolatrice. Circa tre miliardi di battiti! Senza tenere conto degli anni bisestili e delle accelerazioni dell’emozione! Ho posato la mano sul petto e ho sentito il mio cuore scandire, tranquillo, regolare, i battiti che mi restano. Buon compleanno, cuore mio!
DANIEL PENNAC, STORIA DI UN CORPO