“L’albergo ci aspettava come un tempio da lungo predisposto. Ci spogliammo con calma, e non per sfoggiare muscoli o curve perfette, ma perchè entrambi avevamo capito che, con tutti i loro segni, questi corpi erano il supporto di una storia che iniziava in quel momento. Ci amammo lentamente, e non per le buone maniere apprese al Centro Catalano, ma perchè cercavamo nel piacere la via per trovare la migliore stanchezza. E dopo parlammo, dimenticando ieri e domani, poichè le parole sono come il vino: hanno bisogno di respiro e di tempo perchè il velluto della voce riveli il loro sapore definitivo.
Ora, accanto al mare, la guardo: so tutto di lei, ma lo dimentico per il piacere di tornare a conoscerla, verità su verità, dubbio su dubbio, certezza su certezza e timore su timore….”
Luis Sepulveda, da “La lampada di Aladino”