Le parole come coriandoli di carta colorata: ameni, festosi, impertinenti. Poi, il vento…
Jim Morrison
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Io prendo manciate di parole e le lancio in aria; sembrano coriandoli, ma alla fine vanno a posto come le tessere di un mosaico.
CIT.
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Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell’allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perchè i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l’assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.
Gianni Rodari
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Esistono soli,
esistono piogge
che per quanto puoi celare
tra le mani chiuse
dovrai liberare
come coriandoli in un carnevale.
Esistono amori, dolori,
stanze in penombra
dove il mio volto e il tuo
-ombre cinesi-
stanno appese aspettando
un ennesimo ritorno;
ed ogni volta,
con una nave suadente
prendono i loro contorni;
e benchè strette in una parete
non possiamo far niente.
Siamo coriandoli, coriandoli,
frammenti d’amore
che ogni volta
si attaccano l’un l’altro;
e se incolta è la mia barba
e i capelli tuoi
d’una diversa tinta,
un’altra spinta ancora
e ci riconosceranno.
Antonia Sammaritano
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Io uso parole come coriandoli di spine
Litfiba
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La vita di paese è fatta così. Non ci son segreti. Le notizie volano come i coriandoli. Si sa tutto di tutti. E comunque, il giorno dopo è finito il carnevale, e ‘un gliene frega più nulla a nessuno. Il Ciclone, film
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Cara Signora, mi tolgo il cappello
il suo nome è una stella nella curva del cielo
il suo nome rimbomba della terra alla luna.
Mi vesto a festa, lancio i coriandoli
il suo nome è un nome
che si legge anche Torino.
Il suo nome è una montagna
di tanti scudetti,
agli altri la manfrina, una lacrima, un peto.
Il suo nome è il migliore, il suo nome è il più forte.
Tu dici: sono gob. E gli altri: sono morto.
Il suo nome si allunga,
si contorce in un lamento
ma resta l’idea in tutte le genti.
Si restringe, si allunga, fa eco rotondo
che perda che vinca tra i primi del mondo.
Juventus, gridano,
o Goba o Madama,
sei forte, sei cattiva, fai girare le scatole.
Ma un’altra non c’è
e nessuno è stanco
di soffrire e cantare il tuo nero e il tuo bianco.
Giovanni Arpino, dedicata alla Juventus
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