Lo senti quel pungente profumo di freddo nell’aria, il grigio negli occhi e quei lunghi tramonti? E’ l’inverno che arriva. Stephen Littleword
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Quando si torna dal lavoro la sera d’inverno, per strada fa freddo e ansia. Anche prima faceva freddo nella scuola, perché non c’è riscaldamento e in qualche aula sono rotti i vetri; in alcune aule i riscaldamenti c’erano, ma un po’ si sono rotti un po’ li hanno rotti i ragazzi; rompono la manopola e si divertono a bagnarsi poi all’improvviso l’uno con l’altro i calzoni. Le ragazze invece non vogliono che si bagni loro la gonna e danno schiaffi ai ragazzi; se uno dice al ragazzo: “Smettila!”, lui dice: “Che ho fatto?” e un altro dice: “Non vedi che le hai bagnato la gonna e che lei ti ha anche dato uno schiaffo!” e lui dice: “Ma non si è sentito niente!” e l’altro dice: “Ma gli schiaffi non si sentono solo, si vedono anche!” e tutti ridono, e allora lui dice: “Ma lei guardava dall’altro lato” e di nuovo tutti ridono; e allora ci si mette a ridere davanti a questi ragazzoni costretti a fare gli infanti.
Per strada fa freddo, c’è un vento sul Corso che sbatte le serrande dei negozi chiusi e anche la malferma insegna della fermata del pullman sbatte di qua e di là, e il grattacielo, giú verso il mare, sembra sbattere come un pezzo di cartone marcio. Se uno torna a casa quella sera con lo stipendio, da un lato sotto il mantello nella sacca a sinistra ha il calore dei soldi, dall’altro ha il freddo della paura di uno scippo, oltre al vero freddo che c’è per conto suo; e ha paura di quei ragazzi agli angoli delle strade, teneri, torvi, disorientati.
Per la stanchezza uno si sente i dolori al fegato, al cuore e al collo; e ne avverte piu del solito perché si sente, come dire, meschinamente chiuso e preoccupato. Quando poi uno scende dal pullman, tutto è cattivo e deserto, e uno si ficca in un bar a prendere un brandy, ma il bar sta chiudendo. Ma uno entra lo stesso e dice: “Un brandy”. Poi uno si accorge che non ha gli spicci per pagare – in genere al giorno di stipendio uno arriva con le cento lire del pullman e basta; il segretario ha dato due centoni e qualche altra cosa, ma questa volta i centoni erano netti perché ci sono state le trattenute per gli scioperi. Uno ha aperto il portafoglio, ha cominciato a contare, a cercare mille, cinquemila lire, o almeno cinquecento lire, ma niente; e i tre ragazzi che erano nel bar semichiuso hanno visto i soldi; li hanno guardati, si sono guardati. Uno ha paura, mormora in fretta: “Pago domani” e se ne va – per fortuna il bar è vicino casa e uno è conosciuto, un credito per un brandy lo ottiene. Ma uno continua a camminare con paura verso casa, ha paura forse solo perché è stanco; comunque se gli rubano lo stipendio, come si fa a pagare la casa e il mangiare, uno cosi non ha risparmi.
Fabrizia Ramondino , Il calore
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Mai potrai smettere di amare la terra con cui hai condiviso il freddo.
Vladimir Majakovskij
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Aria settembrina, fresco la sera e fresco la mattina
Proverbio
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Di nebbia sottile
il freddo respiro d’autunno
imbambagia il silenzio.
Solo il sussurro del tiglio
ferito, del ramo caduto
che blocca la soglia.
Non apro ai ricordi,
ai muti fantasmi assopiti,
ai sogni smarriti
che bussano lenti.
È ora di solitudine,
è tempo d’ipnotica attesa,
di macerato rancore,
di rassegnato dolore.
Domani chissà,
disciolta la coltre di neve,
lontani i giorni del pianto,
sarà una carezza di sole
a riportare il tepore,
sarà di nuovo un sorriso
a risvegliare
un palpito d’infinito.
Alba Toscanini
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E mi incanto ad osservare la tua splendida luce, sul freddo marmo della mia stanza, o stupenda luna.
Ciro Del Sorbo
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Eccomi qui,
ai margini della riva
col mare pacato ed il vento freddo
che scivola sulla mia stanca pelle.
Tra solchi lunghi e profondi varchi
che trasformano il mio volto.
A pensarti ancora, a pensare di averti.
Vita sprecata, mai vissuta.
Vigliacco io e soltanto io,
testimone del mio più grande peccato
il non aver vissuto, il non aver amato.
Noi, padroni del mondo e solo di quello,
la vita non sarà mai nostra se non l’abbiamo vissuta,
se non l’abbiamo amata.
Ti ho ritrovato ancora una volta,
è stato solo un attimo,
ma è bastato quell’attimo,
valso una vita intera.
Ora basta, posso finire qui,
a ricordare, a ricordarti,
impresso nella mia anima,
amore mio ritrovato,
amore mio perso.
Antonio Orsi
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I
Il giorno si fa freddo verso sera…
Bevi il calore dalla mia mano,
la mia mano ha lo stesso sangue della primavera.
Prendimi la mano, prendimi il braccio bianco,
prendi il desiderio delle mie spalle strette…
Sarebbe strano sentire,
una notte sola, una notte come questa,
il tuo capo pesante contro il mio petto.
II
Hai gettato la rosa rossa del tuo amore
nel mio grembo bianco-
io stringo nelle mani calde
la rosa rossa del tuo amore che appassisce presto…
O sovrano dallo sguardo freddo,
ricevo la corona che mi porgi
e reclina il mio capo sul cuore…
III
Ho visto il mio signore per la prima volta, oggi,
tremando, l’ho subito riconosciuto.
Ora sento già la sua mano pesante sul mio braccio leggero…
Dov’è la mia sonora risata di vergine,
la mia libertà di donna a testa alta?
Ora sento già la sua stretta salda intorno al mio corpo fremente,
ora odo il duro suono della realtà
di contro ai miei fragili, fragili sogni.
IV
Cercavi un fiore
e hai trovato un frutto.
Cercavi una sorgente
e hai trovato un mare.
Cercavi una donna
e hai trovato un’anima-
tu sei deluso.
Edith Södergran