Quella sera io è lei siamo rimasti a parlare, tornare a casa non conveniva, fuori pioveva e la città dormiva, nessun mezzo, nessun treno, mi accolse nel suo tetto e mi diceva con il suo sorriso malizioso “Ora resti qui con me”
Non sapevamo nulla di noi, solo semplici conoscenti, io musicista lei ispirata pittrice che guardava il mondo come fosse una tavola di colori, ogni oggetto per lei era uno stimolo per creare un quadro, immagini che rappresentavano le sue lacrime, i suoi sorrisi e le mattonelle del suo passato, disegnate in forme e colori…
Poche le parole, brevi i nostri discorsi, perchè lentamente mi stava vicino riuscendo a sentire il calore del suo corpo anche attraverso i vestiti, guardandomi e dicendomi “Mi vuoi? di la verità” ed io risposi “Non so, io ti prenderei, ma non so se tu ricambi”
si alzò dal divano e mi si mise davanti, cominciando a spogliarsi, mentre le sue mani slacciavano i vestiti che la coprivano mi guardava senza paura dicendomi che si sbaglia sempre tutto, che si ha sempre paura di non piacere e di non essere voluti, paure che sono portatrici di rabbia e tristezza immotivata, viviamo nel buio circondati da mille pensieri che si creano nella nostra mente, se vuoi una persona, anche solo per una notte, chiedi, e non avere mai il terrore di essere derisi…
Prese così un bicchiere vuoto che aveva poggiato sul tavolino davanti al divano, qualche minuto prima, insieme ad una bottiglia di vino, lo riempì quasi fino all’orlo, si mise sopra di me, e mi face dare un sorso, mentre la tenevo dai suoi fianchi nudi e morbidi, quel vino cominciò a scaldarmi il sangue, lei ne prese un sorso, mi guardò negli occhi e mi baciò delicatamente, invitandomi a bagnarla con quel vino, immergendo le mie dita al suo interno disegnando sulla sua pelle strisce, gocce che colavano sul suo seno, gocce, che cadevano fin sotto il suo addome, a lei piaceva, a me scaldava…
Si alzò da me e si mise sdraiata a terra, lasciandomi il bicchiere in mano che appoggiai sul tavolino, mi tolsi la maglietta e mi misi al suo fianco, presi il bicchiere facendogli cadere macchie di vino sul suo corpo nudo che con la bocca andavo ad asciugare, mi prese il bicchiere tra le mani allontanandolo da noi poggiandolo sul pavimento, mi slacciò la cintura e mi disse:
“Bevimi”
(Ejay Ivan Lac)