“Ognuno comincia, prima o poi, a trovare la sua «via», cioè la sua personale direzione nello scoprire, nel decidere, nel desiderare.
Ma la perde subito, se pensa di averla capita, di averla ben chiara davanti a sé.
Una «via», infatti, modifica continuamente chi la percorre.
A ogni passo lo sorprende: gli cambia il mondo.
Così, paradossalmente, si è davvero su una «via» quando si sta andando verso non si sa dove,
fiduciosamente, e tutto intorno ti aiuta ad andare sempre oltre.
È ovvio che occorre coraggio.
E il coraggio ogni tanto è difficile, ma è molto meglio della rabbia sorda di chi si è fermato
o si è perso e non lo sa e litiga per aver ragione, perché ha paura”.
Igor Sibaldi
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«Poi tutt’a un tratto Aladino si innamora, del più impossibile degli amori: la principessa che nessuno può vedere. E questo amore impossibile attiva in lui capacità nuove, meravigliose, e gli fa compiere imprese, una dopo l’altra, una più impossibile dell’altra.
«In questo somiglia a Gesù, che a sua volta parla sempre di amori che alla gente sembrano impossibili. Di amore per Dio; o per tutti; o dell’amore tanto grande da poter morire per amore.
«Ne parla, non lo insegna: infatti non si può. Chi vorrebbe impararlo? Chi imporrebbe a se stesso di innamorarsi di un’amore impossibile? O ti capita, o non è per te.»
Igor Sibaldi, I Maestri invisibili
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Guardarsi intorno, domandandosi ogni tanto:
«MI PIACE o no, ciò che vedo?»
e pensandoci un po’:
«Perché mi piace? Perché no?..»
Già questo permette di accorgersi
di una quantità di cose che prima non si erano notate mai:
e l’immagine del mondo ne viene
rapidamente trasformata.
È come da bambini:
il mondo diventa consigliere;
come se in tutto
potesse dischiudersi una possibilità nuova
per la nostra vita,
mentre prima
quello stesso «tutto» appariva spesso noioso e altrui.
Igor SIbaldi, Il mondo invisibile
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Bisogna morire a sé stessi per giungere alla verità, all’essere, alla gioia – a quell’Io più grande che il Vangelo promette e insegna ad ogni uomo. E questa morte a sé stessi è in tutto e per tutto come la morte: ma è rinascita per chi vi giunge (per chi riesce a comprenderne e ad attuarne la legge), mentre chi non vi giunge nella propria vita, potrà giungervi, in un’estrema chance, nella morte reale, cioè nel forzato dischiudersi (dal di fuori, invece che dal di dentro) del guscio della sua vita falsa, di «ricco», a quell’Io più grande, divino, che anima l’universo intero. E la morale è dunque: prima che sia tardi bisogna giungere a quell’Io divino, e morire e rinascere, finché c’è ancora vita. Camminate nella luce finché avete luce.
Introduzione a Lev Tolstoj
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Non occorre più, qui, che il lettore intuisca: deve stare a sentire, e riuscire a reggere, questo è il suo compito.
Igor Sibaldi
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Molti individui hanno più energie che bisogni.
Ma si sentono impacciati da questa eccedenza.
Pensano che non sia prudente
guardare e domandare al di là dei bisogni di cui una persona perbene è riuscita a circondarsi:
le domande, infatti, mostrerebbero una direzione nuova;
da quella direzione deriverebbero certamente
aspirazioni nuove,
e probabilmente la fine di tutto ciò che quella persona sa,
o sa di sapere,
o almeno del modo in cui lo sa.
Così, molti preferiscono fingere di avere poche energie.
Igor Sibaldi, Il mondo Invisibile
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Purtroppo anche nella «selva» della nostra civiltà è in corso una grave nevrosi di massa. A determinarla, da circa sessanta anni, è un sistema di condizionamenti molto potente, capillare, mai visto nella storia dell’Occidente. Neanche i fascisti e i nazisti erano così bravi a plagiare; e questo perché, dopo la guerra, i loro metodi di massificazione sono stati ripresi e perfezionati dagli apparati che dominano la nostra tarda società industriale. È la società della cultura di massa, scambiata malamente per democrazia. Sarebbe una società bellissima, perché ha un livello di benessere mai raggiunto prima. Oggi mancherebbe poco, a che la gente si accorga che può lavorare di meno e vivere di più. Lavorare quattro ore al giorno, così da avere quanto basta per sopperire alle vere necessità, e nelle altre venti ore pensare, capire, scoprire, godere, sperimentare, creare
Igor Sibaldi
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…così anche Collodi, da buon iniziato,
racconta di come Pinocchio giunga a incarnarsi
in un ragazzino:
di come, cioè, da entità possibile, potenziale,
discesa da un qualche punto dell’Albero della Vita,
arrivi finalmente a rivelarsi in ciò
che ogni individuo sensato è bene che impari
a essere soprattutto:
un ragazzino
che sa domandarsi: «Tutto qui?»
guardandosi attorno nel mondo comprensibile,
e accorgendosi,
inevitabilmente,
che non è un mondo che basti.
Igor Sibaldi, Discorsi sull’infinito
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Vai avanti, entri nel tuo aldilà personale, e cominci ad accorgerti che puoi superare delle soglie che prima neanche vedevi, e fare passi da gigante: dipende solo da te, dal tuo coraggio interiore. Come trovare questo coraggio? Se ti accorgi che c’è una lotta tra te e l’Autòs e che ci vuole solo il coraggio per battere l’Autòs, impari anche come si fa a fare il coraggio. A quel punto puoi voltarti a vedere se qualcuno ti segue, ma non fermarti a spiegare agli altri, perche via via che sali ti accorgi che non è nemmeno una gran salita. È che gli altri, i molti – in mezzo ai quali c’eri anche tu fino a poco fa – stanno precipitando, e che parlare con loro è come parlare con un sasso che precipita nel vuoto. Per poter stare a portata di voce dovresti precipitare anche tu con loro, e non è tua intenzione. O no?
Igor Sibaldi
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«Padre nostro». Un commento preciso
a questo modo tanto eretico di cominciare una preghiera
lo dava Francesco, quando
nel Cantico delle creature
insegnava a pensare al sole, al vento, al fuoco, all’acqua
come a fratelli, e a chiamare sorella persino la morte.
Come dire: accòrgiti di quanto sei immenso,
sì, tu, proprio tu, invece di immaginarti
come gli altri vogliono che tu ti immagini,
come fa comodo a loro.
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Nella Genesi, il racconto della creazione incomincia
quando «il soffio di ‘Elohiym increspa le acque».
Ma capita continuamente anche a noi.
È facile accorgersi di come il nostro respiro
increspi la superficie di acque invisibili,
e dia inizio a creazioni, ogni volta che parliamo.
E con un po’ più di coraggio,
possiamo accorgerci anche di come il parlare,
in ciascuna civiltà,
e nella vita di tanti individui,
increspi soltanto alcuni brevi tratti di quelle acque,
sempre gli stessi;
mentre intorno ci sarebbe un oceano da dire.
Igor Sibaldi, Il libro della creazione
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«Siamo veramente quel paese di cui scriveva Machiavelli: “l’Italia deve la maggior parte dei suoi problemi alla presenza dello Stato della Chiesa all’interno del suo territorio”. Nei Discorsi sulla Repubblica aggiungeva: “se noi ponessimo, per caso, lo Stato della Chiesa in un paese così forte, tranquillo e onesto come la Svizzera, in soli cinquant’anni questa decadrebbe subito”». «Oggi siamo noi a trovarci all’interno dello Stato Pontificio». «Ormai sì, e questo è un capolavoro di strategia che va riconosciuto. Quando i Piemontesi presero Roma e costrinsero lo Stato Pontificio ad avere qualche isolato, neanche un quartierino, questo capì che tutto era perduto – per il momento. Però, pensò la Chiesa, “noi abbiamo il tempo dalla nostra parte, possiamo organizzare lunghissime strategie”. Così dal 1880 hanno cominciato questo grandissimo lavoro: occuparsi del punto debole del nuovo Stato Italiano, cioè i bambini. “Io comincio ad occuparmi dei bambini e pian piano cresceranno e diventeranno uomini, e avranno figli che manderanno da me. Pian piano, generazione dopo generazione, io trasformerò uno Stato laico assolutamente anticlericale in un’estensione del Vaticano”».
Igor Sibaldi, Discorsi sull’Infinito
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I Maestri Invisibili Come incontrare gli Spiriti guida Igor Sibaldi |
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Libro degli Angeli Che angelo sei? Igor Sibaldi |
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Discorso sull’Infinito Igor Sibaldi |
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Libro della Creazione Igor Sibaldi |